Il forno di sinterizzazione per ceramica all'ossido di zirconio è dotato di un riscaldamento in resistenze in disiliciuro di molibdeno (MoSi2).

Per quanto riguarda i produttori di sistemi CAD/CAM destinati alla realizzazione di restauri completamente in ceramica a base di ossido di zirconio (ZrO2), si utilizza anche un forno di sinterizzazione oltre ad uno scanner 3D e ad una fresatrice o una lucidatrice.

A causa alla varietà in constante aumento degli spazi in ossido di zirconio e liquidi coloranti disponibili sul mercato, i requisiti di in termini di lavorazione di materiali hanno registrato un aumento ininterrotto. In questo contesto, oltre ai parametri materiali, con cui garantire una durata della lavorazione quanto più prolungata possibile, rivestono un ruolo sostanziale l'effetto ottico di corone, ponticelli, sovrastrutture, ecc.

Per migliorare questa impressione, sono stati realizzati nel corso degli anni passati sviluppi circolari trasparenti, ad elevata trasparenza e completamente a colori oltre a quelli bianchi. Inoltre, sul mercato è disponibile un numero in costante aumento di liquidi coloranti dei più svariati produttori per adattare il colore dell'ossido di zirconio al colore dei denti dei pazienti. Grazie a questo sistema sono stati chiaramente modificati anche i requisiti, ed in particolare dei forni di sinterizzazione negli anni scorsi. A tutto questo si aggiungono l'intervallo termico sottoposto ad ampliamento e le velocità superiori a cui eseguire la sinterizzazione delle lavorazioni in ZrO2. Per il futuro è possibile immaginare temperature per le ceramiche all'ossido di zirconio da valori inferiori a 1400°C fino a oltre i 1600°C. La durata del ciclo di cottura inferiore ai 15 minuti per le corone singole fino alle cotture che si eseguono nell'arco della notte per opere di restauro complete. I materiali caricati all'interno del forno sono esposti a sbalzi termici estremi nell'arco degli anni.

La sfida per l'industria: Decolorazione giallastra dell'ossido di zirconio (ZrO2) è dovuta alle impurità di ossido di ferro (Fe2O3).

Spesso si parla delle alterazioni cromatiche delle lavorazioni all'ossido di zirconio per effetto dell'(VI)ossido di molibdeno (MoO3) che può essere rilasciato dalle resistenze disiliciuro di molibdeno. MoO3 viene rilasciato dall'ossidazione di MoSi2 alle temperature comprese tra 400°C e 600°C. Di solito le resistenze in MoSi2 sviluppano sulla superficie uno strato protettivo in SiO2 che impedisce l'ossidazione del materiale base. MoO3 si può sprigionare se lo spessore dello strato di SiO2 è eccessivo producendo una sfaldatura o lo strato viene abbattuto da sostanze corrosive.

Le indagini interne (analisi chimiche, analisi cromatiche con colorimetro RGB a 24 bit, spettrometria di massa a ioni secondari - SIMS) hanno dimostrato che MoO3 non provoca una colorazione giallastra dell'ossido di zirconio nelle resistenze in disiliciuro di molibdeno, ma è dovuta alla contaminazione delle resistenze da parte dell'ossido di ferro (Fe2O3).

La soluzione per l'industria: Resistenze in disiliciuro di molibdeno (MoSi2) ad alta purezza.

Se nei forni all'ossido di zirconio si utilizzano resistenze in MoSi2 standard, si verificano esattamente queste alterazioni cromatiche. Le resistenze MolyCom®-Hyper 1800 sono resistenze ad elevata purezza che presentano un livello sostanzialmente inferiore di incrostazioni rispetto. Se sono necessari requisiti superiori, è possibile utilizzare i componenti Super Clean MolyCom®-Hyper 1800.

Il risultato: Sinterizzazione della ceramica all'ossido di zirconio senza scolorimenti.

Le resistenze MolyCom®-Hyper 1800 e MolyCom®-Hyper 1800 Super Clean sono prodotte con le materie prime più pure. Grazie a questo approccio, le contaminazioni da ossido di ferro si riducono al minimo in modo da escludere quasi completamente la colorazione della ceramica all'ossido di zirconio.

 

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